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Le tettoie in legno lamellare si stanno diffondendo progressivamente anche grazie a una corposa normativa di sicurezza che garantisce la qualità e le caratteristiche del legno lamellare usato. Prima di decidere di installare una tettoia o una pensilina in legno lamellare bisogna, infatti, conoscere molto bene le caratteristiche di questo legno in modo da sapere di aver scelto un legno di qualità. I pannelli di legno lamellare delle tettoie in legno derivano principalmente dalle conifere e per la precisione dall’abete e dal larice. L’abete o il pino nordico sono i legnami che da cui frequentemente si ricava il lamellare per tettoia. La tettoia in lamellare può essere scelta in diverse varianti di colore da adattare a quelli prevalenti per gli altri elementi della casa e del giardino. La resistenza e la resa estetica della tettoia saranno fortemente condizionate anche dal tipo di legno lamellare usato. In genere si può usare: il legno lamellare di prima categoria o quello di seconda categoria. Il lamellare di prima categoria è un legno scelto senza danni di insetti e putredine e con precise misure per quanto riguarda i nodi, il peso specifico e la crescita annua del legno. Il lamellare di seconda categoria è un legno comunque puro, ma in cui i parametri del peso specifico, dei nodi e della crescita annua sono diversi, ad esempio, nella seconda categoria i nodi sono più grandi e il peso specifico è minore. La categoria del lamellare può incidere sui costi della tettoia. La tettoia in lamellare è più sicura rispetto a tettoie realizzate in altri materiali o in legno massello, perché il lamellare è leggero, resistente e altamente flessibile, cioè le tavole si possono incurvare, ma si spezzano molto meno. Il basso peso specifico del legno lamellare rende la tettoia ideale per le zone ad elevato rischio sismico. Basti pensare che il lamellare pesa un quinto in meno rispetto al calcestruzzo, ovvero 500 chilogrammi al metro cubo contro i 2500 del cemento e i quasi 8 mila dell’acciaio. Il lamellare è anche economico perché le tecniche di lavorazione permettono di riciclare gli scarti e le parti non usate e di far abbassare i costi della materia prima.
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Sull’uso delle tettoie in lamellare esistono ancora forti perplessità da parte dei proprietari perché considerano questo materiale suscettibile all’azione del fuoco, dell’umidità e delle muffe. In realtà si tratta solo di paure infondate. Il lamellare può anche prendere fuoco, ma bisogna considerare anche il tempo di resistenza alle fiamme, cioè il tempo necessario a far carbonizzare tutto il legno. Inoltre il processo di carbonizzazione permette di bloccare la propagazione delle fiamme e di evitare i crolli tipici di altre strutture edili. Il lamellare resiste all’umidità molto più del massello anche perché in fase di incollaggio viene sottoposto a trattamenti ignifughi e idrorepellenti. Per non subire gli attacchi di umidità e muffe il lamellare subisce anche un trattamento impregnante. La tettoia in lamellare resiste anche all’azione dei raggi solari, ma nessuno può escludere che con il tempo scolori. Ecco perché periodicamente è utile procedere a delle operazioni di verniciatura. Per quanto riguarda i pesi che la tettoia in lamellare può sopportare bisogna considerare il modo in cui i pannelli sono incollati e assemblati. Il costruttore deve anche prevedere un giusto equilibrio tra le misure dei vari componenti della tettoia riducendo al minimo l’uso di altri componenti che possono appesantire ulteriormente la struttura. Cosa succede, inoltre, a una tettoia in caso di abbondante neve? Intanto bisogna determinare una forma di tettoia a capanna, spiovente, oppure obliqua in caso di pensilina, in modo da smaltire il carico. La maggiore resistenza o meno della tettoia in lamellare dipenderà anche dal sistema di incollaggio dei pannelli. Le colle più resistenti sono quelle a base di resorcina e formaldeide che sopportano meglio gli agenti esterni. Si usano anche colle a base di urea, meno costose delle precedenti ma scarsamente resistenti agli agenti esterni e dunque sconsigliate per incollare i pannelli delle tettoie e delle strutture per esterno. Resistenti anche le colle a base di melammina, urea e formaldeide, con caratteristiche simili alle colle con resorcina, ma la legge ne sconsiglia l’uso per le strutture esterne.
Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 14.09.05 dal titolo “Norme Tecniche per le Costruzioni” obbliga i produttori e i costruttori di strutture in lamellare a qualificarsi presso il Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Prima della posa in opera, il Direttore dei Lavori deve, infatti, acquisire copia dell’attestato di qualificazione della ditta fornitrice e deve verificare che le procedure di posa in opera della struttura siano conformi alle indicazioni tecniche fornite dal produttore. I costi delle tettoie in lamellare sono generalmente inferiori rispetto a quelli di altre strutture, ma per avere un quadro completo degli stessi è consigliabile richiedere un preventivo alla ditta produttrice o venditrice incaricata dei lavori.
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