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In effetti, ci sono modi e modi per concepire un prato giardino: c’è chi lo vede come un luogo adatto ad adulti e anziani, che vogliano rilassarsi o trascorrere delle ore in compagnia, organizzando cene, merende e aperitivi. Dunque qual è la verità? Per chi è meglio avere un prato giardino all’esterno della propria abitazione? La risposta è semplice e anche abbastanza scontata: il prato giardino fa contenti tutti: grandi e piccini. Fa contenti coloro che si aspettano dal verde la possibilità di intrattenere in maniera naturale e semplice i bambini, ma anche coloro che sono un po’ più avanti negli anni e provano piacere anche solo a godere dell’odore dell’erba fresca, soprattutto quando bagnata e tagliata. Un profumo di natura e di verde, da cui emana la voglia di vivere e la possibilità di farlo nel modo più naturale. C’è infatti modo e modo di concepire un prato giardino, e non è solamente una questione di esigenze e utilità, di gusti e preferenze: è una vera e propria questione filosofica, legata alla storia e allo studio della botanica. Non tutti i prati sono uguali, non tutti i luoghi del mondo sono contraddistinti dalla medesima concezione di prato, di verde, di natura: c’è chi intende il giardino come l’immagine della perfezione, e chi lo vede come espressione pura di una natura libera e incontaminata. Abbiamo cercato di racchiudere in pochissime righe e in pochissime parole, una delle più grandi dicotomie della storia naturale e della storia del giardino. L’Europa è da sempre famosa per partorire gli esemplari di prato più ammirati e realizzati nel mondo. Il Vecchio continente è imitato in tutto il mondo in quelle che sono le sue creazioni in ambito botanico. Qual è la prima nazione che vi viene in mente se pensate ad un prato giardino che rasenti la perfezione? Ma è sicuramente l’Olanda. I Paesi bassi rappresentano infatti, senza la minima ombra di dubbio, una vera e propria scuola di botanica. E’ da Amsterdam, Lussemburgo e dintorni che arriva il verde più perfetto e imitato (oltre che esportato) del mondo. E’ dalla patria dei tulipani che arrivano alcuni degli esempi floreali più mirabili della storia. Tuttavia, limitarci a parlare dell’Olanda come della patria del bel verde, a proposito dell’Europa intesa come madre del giardinaggio di eccellenza, sarebbe riduttivo rispetto alla realtà dei fatti.
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Per preponderante che sia il ruolo svolto dalla terra di Van Basten, Gullit e Crujiff nella tradizione floro-vivaistica, ci sono altre nazioni d’Europa che hanno imparato a gestire meglio le risorse a propria disposizione e, facendo leva su un maggiore peso politico e su un fascino più radicato, si sono imposte come patrie di alcuni tra i giardini più belli del mondo. Di quali nazioni stiamo parlando? Ebbene sì, innanzitutto della nostra amata Italia, e poi dell’Inghilterra. Queste due mirabili e antichissime nazioni, affondano le proprie radici in una tradizione botanica che non ha nulla da invidiare a nessun’altra in tutto il mondo. A chi non è mai capitato di sentir parlare di giardino all’italiana, piuttosto che di giardino all’inglese? Ebbene, nostro preciso compito, in queste righe, è quello di svelarvi i segreti di questa splendida e affascinante tradizione millenaria. Quali distinzioni ci sono da fare relativamente a queste due scuole di pensiero applicate al giardinaggio? Perché sono così diverse le caratteristiche del giardino all’italiana da quelle del giardino all’inglese? Questi due luoghi sono profondamente diversi: lo sono più di quanto si possa immaginare e a prescindere dalla relativa prossimità delle due nazioni. Il giardino all’italiana e il giardino all’inglese rispecchiano due modi differenti di concepire la stessa cosa: il giardino, inteso come luogo in cui trascorrere delle ore privilegiate in cui è importante rilassare la mente ed evitare lo stress. Stiamo analizzando un concetto antico, eppure ancora oggi attualissimo: fin dalla notte dei tempi, infatti, l’uomo ha avvertito il bisogno di un luogo fisico in cui trascorrere del tempo al riparo dalle preoccupazioni, lontano dai rumori e dagli odori molesti. Dalle voci che è meglio non ascoltare, dalle persone che si preferisce evitare. Ebbene, da secoli, ormai: il giardino, il contatto con il verde, rappresentano la sede perfetta per godersi le ore migliori. Ci siamo soffermati in maniera fin qui superficiale sulle differenze che separano il giardino all’italiana da quello all’inglese: abbiamo detto che sono numerose e afferenti a un diverso modo di concepire la natura e il giardino come luogo fisico dedicato al tempo migliore. Adesso è arrivato il momento di analizzare nel dettaglio queste differenze. Partiamo, per “cavalleria”, dal giardino all’inglese, più giovane del “socio” italiano perché introdotto dagli appassionati a cavallo tra il 17esimo e il 18esimo secolo.
Abbiamo già visto la prima differenza che separa il giardino all’inglese da quello all’italiana: l’introduzione nel puntiforme ambito della botanica. Già da questa differenza, dall’appartenenza a una differente epoca storica, si possono intendere tante cose, si può capire che questo tipo di giardino è figlio di una concezione della natura e della botanica, estremamente precisa. Nel giardino all’inglese ciò che sorprende è la rigogliosità della natura, il suo manifestarsi spensierato e potente; vigoroso e incurante. C’è un sentore di selvaggio che traspare nelle immagini che ritraggono un giardino all’inglese, caratterizzato soprattutto dalla evidente alternanza tra il prato giardino perfetto e ben curato, e le piante che sono curate ma abbondanti e rigogliose. Il concetto fondamentale che arriva dritto alla vista umana di fronte a un giardino all’inglese è: la natura domina incontrastata. Ciò che risulta evidente fin da subito è, infatti, il manifestarsi di un verde pressoché selvaggio e rigoglioso. Un altro elemento di fondamentale importanza nella realizzazione di un giardino all’inglese, è la presenza di acqua che, scevra da ogni provenienza filosofica (tratto essenziale dei giardini zen) intende semplicemente dare ancora più freschezza al giardino e completare il quadro della natura imperante. Avete capito nel dettaglio quali sono le caratteristiche precipue del giardino all’inglese? Ebbene, adesso mettetele da parte, perché sta per arrivare sua maestà il giardino all’italiana. Non è un caso l’introduzione di temi nobiliari, ma uno strumento per introdurre la datazione che fa risalire il giardino all’italiana al periodo medievale. Qui completiamo la differenza principale tra i nostri due tipi di giardino, relativa al diverso periodo di introduzione in ambito botanico. Il giardino all’italiana non è un semplice luogo in cui trascorrere il tempo migliore, ma molto di più. Il prato giardino all’italiana intende rappresentare la natura come qualcosa di aulico e regale, di irraggiungibile e legato all’arte: è per questa precisa ragione che piante, cespugli e prati sono tagliati e organizzati in modo da allietare la vista con forme sinuose e artistiche. Qualcosa di unico, che testimonia come l’Italia, già nei secoli passati, avesse uno sguardo aperto e illuminato su fattori che in altre nazioni venivano completamente ignorati. Il giardino all’italiana è, insomma, un’opera d’arte, nata nella patria dell’arte.
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