Il prato naturale o seminato si ottiene dallo spargimento e interramento di semi appartenenti a particolari erbe che creano proprio una superficie soffice, verde e uniforme. La scelta dei semi condizionerà l’esito e il risultato del prato. In genere, i semi si scelgono in base alla superficie da seminare, alle condizioni del terreno e del clima e all’uso che si dovrà fare dello stesso tappeto erboso. Per prati sportivi, cioè per prati su cui si dovranno praticare attività agonistiche, conviene scegliere erbe basse e molto corte. Queste erbe infatti garantiscono un buon movimento e un’ottima calpestabilità. Le erbe basse e uniformi si usano anche per i prati decorativi, come ad esempio, quelli all’inglese, tradizionalmente considerati tra i più bei prati esistenti nel mondo del giardinaggio. Un prato rustico e campestre si può creare anche con erbe alte e flessuose. In questo manto, più simile a un prato selvatico, si possono piantare anche piante a fiore che ne accrescono l’aspetto rustico e campestre. In zone particolarmente umide e fresche conviene anche seminare semi di erbe microterme, ovvero di erbe che resistono alle basse temperature. Queste erbe sono ideali anche per i prati esposti all’ombra. In zone aride e soleggiate, invece, è meglio seminare erbe macroterme, ovvero erbe che sopportano i climi caldi.
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Il prato da semina richiede anzitutto un’adeguata fase di lavorazione e preparazione del terreno. Il suolo, infatti, deve essere liberato da sassi, detriti, pietre ed erbe infestanti. L’operazione di pulizia dai detriti e dalle erbe viene chiamata anche “diserbo”. Questo si può effettuare con diserbanti chimici o naturali. Per questioni di rispetto dell’ambiente e della natura, è consigliabile usare diserbanti naturali, tra cui aceto, zolfo, acqua e olio bollente. Le soluzioni appena indicate non si adattano però a tutte le situazioni e a tutti i contesti. L’aceto, ad esempio, va usato solo nelle piccole superfici, perché non riesce ad eliminare tutte le erbe infestanti. Alcune muoiono se si getta sopra il suolo dell’acqua bollente, le parti legnose, invece, smettono di germinare gettandovi sopra dell’olio bollente. Un’altra soluzione di diserbo naturale è lo zolfo, che oltre a eliminare le erbe infestanti funge da repellente per insetti e parassiti. Molti, specie al Sud, usano il fuoco per eliminare le erbacce. Questa pratica, però, particolarmente diffusa in estate, poco prima della semina del grano, presenta lo svantaggio di inquinare l’ambiente e di bruciare migliaia di ettari di superficie coltivabile. Per tale motivo ne sconsigliamo vivamente l’uso. Se la superficie è piccola, le erbacce si possono anche estirpare a mano.
Dopo il diserbo, il terreno va adeguatamente livellato e reso ben uniforme. Una superficie piana rende infatti più semplici le operazioni di semina e favorisce l’interramento e la conseguente germinazione dei semi. Il terreno va scavato a una profondità di circa venti centimetri; va poi rivoltato in zolle e infine livellato e compattato con il rastrello o il rullo. La buche si scavano con la zappa. In caso di piccole superfici, si può usare la zappa manuale, mentre su grandi estensioni conviene ricorrere alla motozappa. Lo stesso dicasi per la scelta tra rastrello e rullo: il primo va usato nelle piccole superfici, il secondo, in quelle più ampie. Dopo il compattamento e livellamento del terreno, si può procedere alla concimazione. Questa si può effettuare con concimi chimici o naturali. I primi devono essere ad alto contenuto di fosforo e potassio, sostanze che stimolano la veloce germinazione dell’erba. Per la concimazione naturale conviene preferire il letame maturo, meglio se sterilizzato. Altra cosa importante da ricordare: se il diserbo del suolo è stato effettuato con sostanze chimiche, la concimazione deve avvenire circa un mese dopo; se si sono usati diserbanti naturali, si può invece concimare subito. Tutte le operazioni appena descritte hanno lo scopo di rendere più fertile il terreno e più ricettivo a nutrire i semi, che, a loro volta, germineranno velocemente.
La semina va effettuata nelle stagioni intermedie, quindi a primavera o in autunno. Di solito bisogna scegliere giornate non troppo calde o non troppo fredde. Il clima mite delle stagioni intermedie favorisce la germinazione dell’erba ed evita gli stress termici che potrebbero stressarla o farla seccare prematuramente. La preparazione del terreno va, invece, effettuata con un paio di settimane di anticipo rispetto alla semina. Meglio procedere anche un mese prima, in modo da fertilizzare al meglio il terreno e lasciarlo riposare in vista della semina.
La semina del prato naturale consiste nello spargimento di sementi opportunamente acquistate. Queste vanno sparse nell’ordine di un chilo ogni trenta metri di superficie. Lo spargimento può avvenire manualmente o per via meccanica. La semina manuale funziona nelle piccole superfici, mentre per quelle grandi bisogna usare le macchine spargisemi, comunemente conosciute anche come “spargitori”. I semi vanno gettati orizzontalmente o verticalmente, iniziando prima da una direzione e poi nell’altra. Prima e durante questa operazione bisogna ricordarsi di procedere sempre in un senso e poi nell’altro, cioè bisogna muoversi in direzioni opposte. La semina manuale, anche se usata per piccole superfici, è sempre molto faticosa, perché le sementi tendono ad essere pesanti da spargere. Per alleggerirle, si consiglia di spargerle assieme a della sabbia. Dopo la semina, si procede a compattare il terreno in modo da ricoprire tutti i semi e non disperderne nemmeno uno. Il compattamento del suolo si effettua prima con un rastrello e poi con un rullo. La rullatura consente di far aderire meglio i semi al suolo. Effettuato il compattamento, si procede ad irrigare per pochi minuti, in modo da inumidire il terreno e renderlo adatto alla crescita dell’erba.
L’irrigazione è una delle operazioni fondamentali nella semina di un prato. La quantità di acqua da distribuire dipende sempre dal tipo di terreno e di clima dove avviene la semina. In genere si sconsiglia di inzuppare troppo il suolo perché questo potrebbe far marcire i semi. Nei terreni argillosi che trattengono acqua è meglio irrigare in maniera lieve, mentre in quelli sabbiosi, che drenano troppo, la quantità di acqua deve essere maggiore. In inverno o con climi particolarmente piovosi, le irrigazioni del prato possono essere sospese o dilazionate, in estate, invece, specie con clima arido, bisogna innaffiare più spesso, magari un giorno si e uno no. L’ora ideale per l’irrigazione è al mattino presto. In tal modo si evita l’evaporazione causata dal sole e si consente ai semi di assorbire tutta l’acqua. L’irrigazione del prato si può effettuare manualmente o con adeguato impianto di irrigazione. Quest’ultimo può essere necessario nelle grandi superfici. Per l’irrigazione meccanica, meglio usare un sistema di irrigazione interrata, l’unica in grado di mantenere intatta la resa estetica del prato verde naturale.
Il prato naturale da semina richiede anche dei precisi ed accurati interventi di manutenzione. Tra questi, il taglio, l’irrigazione, la concimazione e la risemina. Il primo taglio va effettuato dopo venti giorni dalla semina o quando le piantine hanno raggiunto un’altezza di circa dieci centimetri. L’operazione non deve asportare più di un terzo dell’altezza complessiva dell’erba. I tagli successivi dipenderanno, invece, dal tipo di uso che dovrà avere il prato e dalla stagione. I prati sportivi, ad esempio, subiscono anche quaranta tagli durante l’anno; quelli rustici, solo sei tagli annuali; i prati pubblici, quindici tagli. L’altezza di taglio dipenderà sempre dall’uso del prato e dalla stagione. I prati sportivi devono essere molto bassi o rasoterra, per questo il taglio dell’erba sarà basso. I tagli alti vanno invece effettuati in estate, in modo da consentire all’erba un certo grado di aerazione alla radice. Oltre al taglio, il prato va anche pulito. In autunno e a inizio inverno vanno eliminate le foglie secche cadute al suolo. Dal prato vanno anche eliminati i rovi infestanti. Questi ultimi si tolgono usando un decespugliatore con lama. A primavera bisogna inoltre effettuare l’arieggiatura. La pratica consiste nel rimuovere dal suolo la coltre di detriti che impediscono all’erba di ricevere aria e luce. L’arieggiatura si effettua con il rastrello. Nelle superfici più grandi si possono usare anche le macchine arieggiatrici. La concimazione del prato prevede fertilizzanti a base di azoto in estate e di fosforo e potassio in autunno. In caso di spazi vuoti e buchi sul manto erboso, potrebbe anche essere necessaria la risemina. Questa va effettuata con gli stessi semi usati per la creazione del prato.
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