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Non esistono riferimenti storici precisi per la nascita del gioco che è molto diffuso in Italia, anche se esistono delle varianti nei paesi anglosassoni. Quello che è certo è che si tratta di un gioco che si tramanda di padre in figlio, in cui le varianti possono coesistere all’interno dello stesso o in base alla localizzazione geografica.
Esistono diverse varianti di un, due, tre, stella. In alcune il bimbo che arriva a toccare per primo il muro, invece di gridare stellone, grida orsù, in altre non pronuncia alcuna frase, ma al posto di toccare la parete, tocca le spalle del compagno. Il vincitore che arriva al muro prenderà il posto del compagno, in gergo si dice “stare sotto”. In questo gioco stare sotto non ha un significato negativo, ma al contrario significa condurre il gioco e prendere il comando della situazione. Chi sta sotto ( il giocatore di fronte al muro) in alcune varianti del gioco viene anche chiamato “fata”. Nell’un, due, tre, stella con la “fata” gli altri giocatori, una volta raggiunta la parete, toccano le spalle della fata senza pronunciare nessuna frase. Chi viene scoperto in movimento, dopo che la fata si è voltata deve o tornare indietro all’inizio del percorso, o, in alcune varianti, venire eliminato.
Un due, tre, stella è adatto a luoghi chiusi o a spazi aperti. Si presta benissimo ad essere giocato in luoghi come parchi pubblici e giardini. Adatto è anche il giardino di casa, purchè ci sia lo spazio necessario, perché il numero di bambini necessario ad animare il gioco è abbastanza elevato. La durata del gioco varia in base al numero di bambini che vi partecipano ed alla variante del gioco stesso. Trattandosi di un gioco molto semplice e di facile comprensione per i bambini è adatto anche quando sono piccoli, verso i 4 anni di età. Quando a giocare sono bimbi ancora piccoli è necessaria la presenza di un genitore per evitare cadute ed incidenti. Un, due, tre, stella rientra nella categoria dei giochi di espressione che prevedono di favorire le capacità espressive del bambino attraverso il contatto e la concentrazione. Il contatto, in questo caso, è rappresentato dal toccare il muro o il compagno e la concentrazione dalla capacità di stare fermi poco prima che il giocatore di spalle si volti all’improvviso. In uno, due, tre, stella il bimbo impara a sfidare la sorte ed a gestirla. La sorte è rappresentata da chi sta sotto, cioè da bambino voltato di spalle e messo di fronte al muro che viene chiamato “fata” proprio perché decide di voltarsi casualmente ed all’improvviso dopo aver pronunciato le parole che danno il nome a questo gioco. Saranno i partecipanti a subire le conseguenze della sorte e dell’improvvisazione della “fata” e saranno sempre loro ad imparare a gestire i tempi dell’arresto del percorso prima che la fata si volti. La distanza dei giocatori dal muro è di circa 20 metri.
Un, due, tre, stella è un gioco che va incoraggiato e praticato tutte le volte che è possibile. Non esistono limiti di stagione. Appena i bambini finiscono i compiti scolastici, con lo spazio interno o esterno disponibile si può iniziare a giocare. Tutte le occasioni sono ideali: dalle feste di compleanno, alle vacanze, ad un bel pomeriggio di primavera o ad una giornata d’inverno se si gioca al chiuso. Con questo gioco che può essere spiegato dagli adulti o dai bambini più grandi che vi prendono parte, si gettano le basi per un corretto percorso di crescita del bambino che confrontandosi con diversi compagni imparerà a socializzare e comunicare, gestendo il gioco nei vari ruoli che questo comprende. Giocando con giochi semplici e sani come questo, il bambino eviterà anche il rischio di sviluppare disagi o senso di isolamento.
Il gioco di un due tre stella può tranquillamente essere considerato uno dei giochi più diffusi e più famosi da poter fare all’area aperta. Le regole sono davvero semplici, anche perché per poter fare questo gioco non c’è bisogno di un gran che, basta avere un po’ di spazio a disposizione e un gruppo di bambini con tanta voglia di divertirsi in compagnia. Ecco di seguito le regole del gioco. Un giocatore si sposta contro un muro e volta le spalle ai compagni, fermi a circa venti passi da lui. Il giocatore grida: “Un, due, tre, stella! Quando inizia la frase i compagni corrono verso di lui, per fermarsi all’improvviso quando sentono la parola stella. Il giocatore contro il muro, appena termina la frase, si gira di scatto verso gli altri. Chi è ancora in movimento viene rimandato sulla linea di partenza. Vince il giocatore che tocca per primo il muro gridando: “Stella!”
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