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Quando si parla di piscina fai da te, in realtà si esagera, perché la piscina non può essere completamente realizzata da soli. I materiali e i suoi componenti vengono infatti forniti dalle aziende specializzate. Le soluzioni in campo sono due: o i moduli in kit di acciaio zincato o le vasche in muratura. In entrambi i casi, l’assistenza di una ditta specializzata è fondamentale. La piscina fai da te più semplice da realizzare è quella in kit di acciaio zincato. I vari componenti della vasca vanno infatti montati seguendo le istruzioni allegate alla confezione di acquisto del kit. La piscina fai da te in muratura è certamente la più ambita, perché permette di avere un’opera di lusso a costi davvero contenuti. Questa struttura richiede la realizzazione di opere murarie e una certa abilità nel saper effettuare gli scavi della giusta misura. Se ci si affida alla ditta, anche la piscina in muratura sarà semplice da realizzare. Sarà infatti l’azienda a suggerire le misure adatte e le tecniche per realizzare gli scavi della vasca. La seconda fase della piscina fai da te è l’applicazione degli accessori, quali liner per il fondo, pompa, filtri, scaletta, tubi e collettori.
La realizzazione della piscina fai da te si presenta piuttosto complessa dal punto di vista burocratico. Norme poco chiare e che variano anche da un comune all’altro, rendono più semplice l’acquisto di una piscina fuori terra piuttosto che la costruzione di quella interrata. Quest’ultima rientra nelle opere in grado di modificare l’assetto di un determinato contesto ambientale e per tale motivo viene sottoposta ad obbligo di rilascio della concessione edilizia. Le aziende che vendono piscine interrate in kit consegnano tutto il materiale solo dopo aver ottenuto la concessione edilizia o il permesso a costruire. Le norme, come già detto, non sono ancora del tutto chiare e definite. Sembra, infatti, che in alcuni casi potrebbe bastare solo la denuncia di inizio attività. Una sentenza della Cassazione ha però ribadito la necessità della concessione edilizia. Nessuna concessione comunale è invece richiesta se la piscina è già compresa nel progetto di realizzazione del complesso edilizio o se serve per fini riabilitativi. In tutti gli altri casi, se si vuole davvero avere una piscina fai da te, è meglio ottenere tutti i permessi comunali. Altro aspetto non trascurabile, nella costruzione della piscina in proprio, la garanzia. I modelli in kit devono avere per legge una garanzia di due anni. La garanzia sale a dieci anni per il liner e a trenta per collettori e tubature.
In teoria, una piscina fai da te dovrebbe costare meno di una realizzata da terzi. L’assunto può essere in parte vero e in parte no. Nel caso della piscina fai da te, infatti, il vero risparmio è legato alla piscina in muratura, dove il costo delle opere affidate a un’impresa edile può essere pari a cento euro al giorno. Costruire la piscina in muratura da soli comporta un risparmio pari al 50% del costo giornaliero e complessivo dell’opera. Nelle piscine in kit con pareti zincate si risparmia invece il costo del montaggio. Risparmio che può anche non esserci se invece di seguire le istruzioni tecniche scritte ci si affida alla consulenza della ditta specializzata. In genere, una piscina fai da te costa circa duemila euro. Quelle di lusso possono costare anche diecimila euro. I veri costi della piscina fai da te stanno nella manutenzione e nelle tasse che si è obbligati a pagare per la sua esistenza. Se la struttura supera gli ottanta metri quadri, si rischia di far classificare la propria abitazione come “ di lusso”, con ulteriori aggravi di tasse per l’Irpef e per l’IMU. Questa classificazione può scattare anche in caso di superficie complessiva dell’immobile pari a 160 metri quadri e in presenza di arredi e scalinate che fanno rientrare il tutto nella categoria degli immobili di lusso.
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