La principale classificazione dei microirrigatori riguarda la forma dell’area irrigabile. Avremo, dunque, i microirrigatori a 360°, 180°, 90° ed a striscia. Quelli a 360 gradi permettono un’innaffiatura per le zone circolari, si possono applicare sul tubo collettore della linea principale, sul tubo della linea derivata o su delle astine rigide per sollevarli da terra. Stesse modalità di installazione per i microirrigatori a 180 gradi che permettono di innaffiare superfici semicircolari. Quelli a 90 gradi permettono di irrigare zone ad angolo retto. Si applicano come le precedenti tipologie di microirrigatori, ovvero sul tubo collettore della linea principale, con diametro da 16 mm, oppure sul microtubo derivato o tubo capillare da 4mm. Il microirrigatore a striscia è ideale per innaffiare zone rettangolari come le fioriere e le aiuole. La modalità di installazione è identica ai precedenti modelli. Un’ulteriore tipologia di microirrigatori sono i micronebulizzatori, così chiamati perché trasformano il getto irrigante in una pioggerella polverizzata. Non presentano alcuna differenza di installazione con i precedenti modelli. Una ulteriore tipologia è quella dei microirrigatori regolabili, dotati di un rubinetto di regolazione e di chiusura che permette di controllare e personalizzare l’innaffiatura. Si installano come i modelli non regolabili e permettono di irrigare differenti aree, esistono, infatti, quelli regolabili a 360 e 180 gradi. La differenza con i precedenti modelli, a parte il dispositivo di regolazione, è che i primi vengono venduti in blister contenenti un numero di pezzi maggiore, quasi doppio, rispetto ai modelli regolabili. Come accennato, sia quelli con regolazione che quelli senza, possono essere sollevati da terra tramite aste o picchetti.
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Le aste di supporto permettono di alzare da terra i microirrigatori ed i micronebulizzatori, L’altezza massima consentita è di 30 centimetri. Per altezze personalizzabili in base alla diversa altezza delle piante, bisogna usare il picchetto. L’asta si innesta nel tubo collettore della linea principale, quello con il diametro da 13 a 16 millimetri. Le aste sono adatte anche ai micronebulizzatori. I picchetti di supporto vengono più usati per innalzare il getto dei microirrigatori. Non hanno bisogno di essere collegati al tubo collettore, possono essere innestati direttamente nel terreno del giardino o nella terra del vaso. Permettono di fissare meglio il microtubo da 4mm, direttamente vicino alle piante.
I componenti dei microirrigatori sono realizzati ad incastro per permettere uno smontaggio molto semplice e facilitarne la pulizia. Pulire regolarmente i microirrigatori evita otturazioni e garantisce sempre una ottimale tenuta dell’acqua.
Un impianto d’irrigazione a goccia si utilizza soprattutto in agricoltura, dove le piantagioni necessitano di continue irrigazioni. Il principio su cui si basa questo tipo di impianto è la somministrazione continua e costante dell’acqua alle piante, evitando inutili sprechi. Così facendo, infatti, il terreno è sempre ben ossigenato e favorisce lo sviluppo ottimale delle piante. questo sistema d’irrigazione è costituito da una serie di tubature collegate ad una fonte idrica e terminanti per un gocciolatore o microirrigatore. La loro funzione è appunto quella di rilasciare la medesima quantità di acqua garantendo un costante effetto bagnato sull'intera superficie. In commercio esistono diversi tipi di microirrigatori che differiscono per la portata d’acqua. Solitamente vengono usati per l'irrigazione sotto chioma e per tutte quelle piante, dove è necessaria una certa precisione per l'innaffiatura ad esempio nelle serre e nei vivai. Sono di materiale plastico molto resistente anche agli agenti atmosferici e presentano una colorazione grigia per ridurre l’assorbimento delle radiazioni luminose.
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